Porno, disilludili

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Quante volte è successo di misurare il difficile pseudo-confronto? Super-minkie di svariate forme e dimensioni durare ultra-minuti in florilegi di stra-viziose posizioni, volute onirico-sessuali confondere le acque di rapporti ripresi più volte, a distanza di minuti, se non di ore, da più angolazioni. Quante volte è successo di paragonare quelle prestazioni fantasmagoriche, finte quanto implausibili, alle concrete più o meno personali, al meglio compatibili con il primo tempo della scena in cui lei, letteralmente trasformata in oggetto dalla telecamera sempre troppo invasiva, mima godimenti puramente virtuali, simbolo di un maschilismo oramai degradato tanto nei fatti quanto nell'immaginario...

Poi navigo tra queste centinaia di blogs, per pura curiosità, e mi trovo tutta una serie di inserzioni personali di "escort" (e io direi tranquillamente puttane) che si fanno fare questo, che fanno quest'altro, sallassando il pirla di turno, quello capace di "delapidare mezza pensione, per sentirsi dire micio bello e bamboccione".

Tutto un armamentario di prodotti ad uso del macho complessato che rimanda, in definitiva, all'impossibile reale: l'impotenza di vivere con quello che si è e si ha. "Loro" sono meglio, "loro" ce l'hanno più grosso, "loro" offrono l'esempio, "loro" corrispondono a ciò che io voglio essere, eccetera eccetera... Il germe dell'infelicità, in fondo.

Ma il ribaltamento deve venire dal mondo del porno - come quando Lars von Trier, con Antichrist, rompe le catene del visibile e  con un gesto di assoluta poesia immettela stessa penetrazione direttamente nella video-art. E non è più quella una rappresentazione della penetrazione (in un sublime bianco e nero, al rallentatore), ma un rimando alla luce di Caravaggio, alla nettezza inequivocabile del male (in questo caso rappresentato dall'elemento femminino), alla necessità successiva di spiegare (è il film un racconto psicanalitico).

Oggi certe femministe ante-litteram realizzano pallidi porno al femminile, per un pubblico di donne in carriera del tutto in grado di comandare i lor signori serviti e riveriti - commettendo lo stesso errore dei tristi registi dei porno (anche amatoriali) per gli uomini. Non più l'uomo è al centro della scena (una scena dove la donna non è che un mero oggetto dell'altrui masturbazione), ma la vagina e i suoi umori. Sorridiamo per l'ingenuo candore, come per l'analoga incapacità di rendere comunicabile il semplice fatto che il sesso, per alcuni illuminati, possa essere un piacere condiviso, libero, gioioso. Un modo per far festa "ornando di fiori e di miele" qualcosa che rimane al centro di ogni discussione al riguardo: la bellezza del corpo.

Porno porno delle mie brame, chi sarà il più capace del reame? Non già chi metterà un poco d'intelligenza tra le chiappe?

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