Di mattina?

Pubblicato il da eternoritorno

Dopo una presentazione (Riccardo Bizzarri, "Puzzle e altre poesie", Romano Ed.), chi presenta è solito dirigersi verso il più vicino locale a tiro. Ed in effetti così è stato, diciamo pure nel pieno rispetto delle regole. Il poeta e il post-fatore, che sarei io, sono finiti a bere raccontandosi pareri e impressioni della serata. Ma con loro, cioè con noi, si sono manifestate presenze vecchie e nuove. In breve, amici (miei) e amiche (sue) - cosa che mi ha portato a fare qualche considerazione circa la possibilità d'investire l'altrui immaginazione data dall'etichetta sociale. Diciamolo pure, "poeta" fa un effetto tutto diverso rispetto a "post-fatore", ma passiamo oltre...

Ad ogni buon conto, la serata procede spedita. Al tavolo siede anche un istruttore di Tai-chi che tenta di spiegare i benefici del "liberare la mente occupando qualcos'altro". Lui comunque occupa lo stomaco con una piadina al crudo. Fosse qualcos'altro il quid da colmare, io a quel qualcos'altro preferisco l'occupare la mente. E così rimango con la mia birra chiacchierando del più e del meno, quando ad un certo punto lo sguardo cade sull'orologio: mezzanotte e tre quarti. All'idea che al mattino sarei finito a scuola (proprio così, "dall'altra parte della barricata"), mi è preso il panico. Mezzanotte e tre quarti, in più aggiungiamo una bella mezz'ora di macchina - risultato: prima dell'una e mezza niente nanna.

Mi decido per la fuga rapida e indolore. Saluto tutti e filo diretto verso casa. Infrango tutto ciò che si può infrangere, tranne i vetri - e finisco sotto le coperte all'incirca all'una e diciasette. F* sta dormendo e la sveglio. Cazziata. Venti minuti di scuse e rimproveri. L'una e quaranta, quasi. Bene, altri quindici minuti per prendere sonno e smaltire l'adrenalina fanno in tutto le due. Perfetto. alle sette sveglia e quattro ore si scuola...

Non solo il clima influisce sulle sensazioni!

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